TENDINITE

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La TENDINITE

Il gomito del golfista e quello del tennista, il “tallone d’Achille”, la spalla del nuotatore, … tutte queste patologie interessano articolazioni diverse ma hanno come elemento in comune l’infiammazione di un TENDINE.

Partiamo intanto dalla definizione: il TENDINE è una struttura fibrosa che ricorda un cordone e svolge la funzione di collegare il muscolo al segmento scheletrico garantendone il movimento.

Proprio per le sue caratteristiche tissutali il tendine è robusto e molto resistente alle sollecitazioni in trazione.

I tendini sono composti da fasci di tessuto connettivo fibroso di colore bianco-giallastro e sono scarsamente vascolarizzati.

La tendinite COME SI RICONOSCE?

PRIMA FASE: può esserci dolore all’inizio del movimento che poi scompare quando aumenta la vascolarizzazione indotta dall’attività muscolare.

Il dolore può ricomparire a freddo/riposo.

FASE INTERMEDIA: dolore all’inizio dell’attività che non svanisce ma cala leggermente durante il movimento e riaumenta a riposo.

FASE CONCLAMATA: dolore costante anche a riposo e che viene esacerbato con l’attività

La localizzazione del dolore, l’anamnesi, la clinica, basata su palpazione e test specifici, confermano la diagnosi.

Eventualmente a conferma può essere utile un esame ecografico per una diagnosi differenziale con una lesione tendinea

Quando un tendine è infiammato si ha un dolore acuto ad ogni movimento attivo dell’articolazione ed il suo uso ne è quindi fortemente limitato.

Inizialmente la comparsa del dolore può essere altalenante e portare a sottovalutare il problema che però tende a peggiorare manifestandosi anche a riposo e quando il tendine interessato viene sollecitato (pressione, carico, elongazione, …)

Non sempre, nelle prime fasi, la tendinite è accompagnata da gonfiore della zona interessata.

Le CAUSE:

Potenzialmente qualsiasi tendine può andare incontro ad irritazione ed infiammazione a causa di un trauma diretto o dell’uso eccessivo di un’articolazione ma spesso sono i tendini stessi che, sottoposti agli stress meccanici della vita quotidiana o lavorativa, presentano questa patologia.

Microtraumi ripetuti possono infatti essere comunque usuranti quanto sollecitazioni più intense come, per esempio, quelle sportive.

Gli sport che più frequentemente portano a tendiniti sono: il tennis (gomito, polso e spalla), il golf (gomito), il nuoto (spalla), il calcio (tendine d’Achille e quadricipite), baseball (gomito e spalla); ma in generale ogni attività sportiva ha le sue criticità, diventa quindi fondamentale lavorare sulla prevenzione.

È fondamentale In tutti i casi in cui si manifesti un dolore acuto a carico di un’articolazione che peggiora con il movimento, interpellare il medico per ottenere una diagnosi precisa e consigli competenti su come spegnere l’infiammazione e alleviare i sintomi e sugli accorgimenti da rispettare per permettere al tendine di riparare eventuali micro-danni e recuperare proprietà meccaniche fisiologiche.

TERAPIE:

Non bisogna trascurare un quadro di tendinite acuta in quanto una gestione inadeguata dell’infiammazione può portare ad una cronicizzazione del problema e che potrebbe evolvere in tendinosi esponendo il tendine a lesioni secondarie.

All’esordio di una tendinite, come prima cosa, bisognerebbe mantenere a riposo l’articolazione interessata in modo da non esasperare l’infiammazione andando a rischiare patologie più serie.

Un ciclo di fisioterapia mirato a ridurre l’infiammazione del tendine può ripristinare gradualmente la mobilità articolare ed il recupero delle caratteristiche visco-elastiche del tendine stesso.

Ci sono diverse terapie che possono essere efficaci a seconda del distretto interessato e del grado di infiammazione; presso il nostro Centro, per nostra esperienza, abbiamo ottenuto ottimi risultati con l’utilizzo di Sirio, della Tecar, del Laser ND-Yag e, nei casi più complicati o cronicizzati, con l’Onda d’urto.

Quello che spesso fa la differenza è consigliare la terapia giusta in ogni singolo e specifico caso: non ci sono due tendiniti uguali perché non ci sono due pazienti uguali. L’efficacia è data dalla personalizzazione del trattamento nel rispetto dell’Evidence Based Medicine.